mercoledì 25 novembre 2009

Sbilanciamento del mix produttivo: petrolio, gas, energie rinnovabili?

L’Italia acquista circa l’85% di energia del proprio fabbisogno.
Acquista da Francia, in grandissima parte, e dalla Svizzera.
Secondo le fonti Terna (società che gestisce la rete di trasmissione) il fabbisogno elettrico viene coperto per circa il 71,7% utilizzando centrali termoelettriche che bruciano combustibili fossili (anch’essi importati). Il 14,3% si ottiene dalle fonti rinnovabili, la rimanente parte arriva dall’estero (13,9%).

Le centrali termoelettriche sono, nella maggior parte dei casi, alimentate a gas naturale (59,2%), carbone (17,3%) e derivati petroliferi (14,2%).
Il gas naturale è cresciuto enormemente visto anche il suo minore impatto ambientale (Protocollo di Kyoto).
Il mix così sbilanciato di fonti di energia elettrica costose (petrolio) provenienti dall’estero rende, in Italia, il costo dell’energia elettrica più alto che nel resto dell’Europa.

Rispetto alla Francia la bolletta elettrica italiana costa quasi il doppio, questo anche perché il nostro settore produttivo è instabile (dal costo del combustibile dipende il costo per chilowatt).

martedì 24 novembre 2009

Dipendenza dalle importazioni dirette di elettricità

Pubblico due interessanti articoli sullo stato e le conseguenze delle importazioni dirette di elettricità.
Agi energia articolo del 2008
L'occidentale

mercoledì 18 novembre 2009

Emissioni di anidride carbonica (Co2)

A fronte dei post pubblicati in precedenza sullo sbilanciamento del mix produttivo delle fonti fossili, pubblico questo interessante articolo del Corriere.it che mette in evidenza come le emissioni di anidride carbonica siano in costante aumento. Una condizione che purtroppo mette in grave pericolo il pianeta, portando a un catastrofico innalzamento delle temperature.
Link corriere.it: CO2 l'equilibrio si è rotto. Senza azioni concrete la temperatura salirà di 6 gradi

Sbilanciamento del mix produttivo

In riferimento al post precedente vorrei fare un approfondimento per ampliare la discussione.
Parliamo quindi di sbilanciamento del mix produttivo e delle derivanti problematiche.
E’ chiaro che così come è strutturato, l’assetto energetico attuale in Italia risulta molto debole e il mix produttivo di fonti fossili ha sull’ambiente un impatto pericoloso per l’alta produzione di CO2.
E’ piuttosto facile immaginare come nel prossimo futuro, la produzione elettrica sia destinata a incrementi significati.
La crescita prevista è di 24816 Twh per il 2015 e di 33750 Twh nel 2030, ciò significa che si passerà da una produzione di oltre 11mial Mtoe di energia primaria ai 17mila previsti per il 2030, con un incremento di oltre il 50%.
In questa crescita esponenziale, lo scenario delle emissioni di CO2 è preoccupante. Il tasso di crescita annuo delle emissione sarà dell’1,7% dove la fanno purtroppo da padroni i paesi in via di sviluppo (Cina e India) che utilizzeranno largamente il carbone causa della altissima produzione di emissioni.
Consigli di lettura
Link di approfondimento

venerdì 13 novembre 2009

L’energia elettrica in Italia

L’energia elettrica in Italia. Affrontiamo un argomento spinoso come quello dello sbilanciamento del mix produttivo sulle fonti fossili. Pubblico un interessante documento a cura di Ugo Spezia nel quale il vicepresidente dell’Ain afferma che le politiche energiche attuate in Italia hanno portato il paese ad uno squilibrio nella produzione energica e, di conseguenza, anche nei costi che si aggirano intorno al 60% in più della media europea.

Oltre alla questione economica non vanno tralasciati i gravosi rischi ambientali associati alla circolazione delle petroliere e alla irraggiungibilità degli obiettivi di riduzione delle emissioni previsti dal protocollo di Kyoto.

Del documento mi sembra interessante sottolineare i dati relativi alle fonti rinnovabili che secondo Spezia sono:

“le fonti rinnovabili contribuiscono attualmente (dati 2003) per il 7,2% alla copertura del fabbisogno energetico complessivo dell’Italia, ma il contributo è dovuto in massima parte (7%) alle fonti rinnovabili classiche (idroelettrico e geotermico) e alla legna da ardere; le nuove fonti rinnovabili (solare termico, fotovoltaico, eolico, biocombustibili e CDR) contribuiscono per lo 0,2%. Con riferimento alla produzione di energia elettrica, le fonti rinnovabili hanno fornito complessivamente il 17% della produzione, ma ancora una volta il contributo è ascrivibile quasi interamente alle fonti rinnovabili classiche (15% idroelettrico, 2% geotermoelettrico); le nuove fonti rinnovabili contribuiscono complessivamente per lo 0,09%”.

Leggi il documento: Nucleare, sistema energetico italiano

martedì 10 novembre 2009

Il sistema elettrico che sarà

In relazione al commento del post precedente è interessante osservare come nel documento (in allegato nel post precedente) del settembre 2009 il gestore della rete elettrica (Terna) prevede che nel 2019 il sistema elettrico italiano avrà bisogno di una capacità produttiva di circa 90 mila MWe, a fronte dei circa 56 mila MWe disponibili nel 2008. È quindi fuor di dubbio che servano nuovi impianti elettrici. Di quale tipo è materia di discussione.

lunedì 9 novembre 2009

Gli squilibri del sistema elettrico italiano

In questo documento di Legambiente (Legambiente: I problemi irrisolti del nucleare a vent’anni dal referendum, Roma 6 novembre 2007) si sostiene che il sistema elettrico italiano dispone già di una capacità produttiva sufficiente per fare fronte al fabbisogno elettrico dei prossimi dieci anni, e quindi che in Italia non è necessario costruire nuovi impianti nucleari. Cosa ne pensate?

giovedì 5 novembre 2009

Lo stato del sistema energetico in Italia

Analizzo brevemente lo stato del sistema energetico in Italia. Partendo da un dato tristemente reale: il nostro Paese importa quasi il 90% del proprio fabbisogno energetico.
In questo ambito, secondo fonte Eurispes, le politiche energetiche attuate fino ad ora non hanno avuto il successo sperato nella riduzione dell’importazione di energia dall’estero.
E’ necessario quindi spostare l’asse di attenzione investendo su Ricerche e Sviluppo nel settore energetico per diversi motivi: evitare l’importazione di petrolio e gas e ridurre le emissioni di CO2.

Luigi Paganetto, presidente dell’Enea, parla chiaro affermando che, “la domanda di energia è destinata ad aumentare e, di conseguenza, la maggiore domanda alzerà prezzi di petrolio e gas”. E’ dunque necessario, dice Paganetto, pensare all’energia come un insieme di fonti diverse e allo stesso tempo sviluppare nuove tecnologie energetiche in modo da creare un paese autonomo e innovativo. Si tratta quindi modificare il metodo di approccio alle fonti di energia accogliere i cambiamenti, necessari, e vivendoli come un’opportunità, un vantaggio, progresso.

Una diversa metodologia di approccio alle risorse energetiche autoprodotte porterebbe notevoli miglioramenti non solo dal punto di vista economico (con i conseguenti benefici nei settori di sviluppo e ricerca), ma ci permetterebbe di affrontare realmente la fondamentale questione della riduzione di emissioni di CO2.

Inoltre suggirisco questo interessantissimo documento "RAPPORTO ENERGIA E AMBIENTE 2008 - ANALISI E SCENARI" Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico).