giovedì 7 gennaio 2010

LA SICUREZZA DEGLI IMPIANTI NUCLEARI

Esiste una scala internazionale degli eventi nucleari (INES, International Nuclear Event Scale) elaborata dalla International Atomic Energy Agency (IAEA) dell’ONU. La scala comprende otto livelli, numerati da 0 a 7, che descrivono sulla base di parametri oggettivi eventi di gravità crescente. I livelli da 1 a 3 sono definiti in inglese “incident” (che in italiano non significa “incidente”, ma “malfunzionamento”) mentre i livelli da 4 a 7 sono definiti “accident” (che in italiano si traduce effettivamente “incidente”).
Che le centrali nucleari di tecnologia occidentale siano sicure è dimostrato dal fatto che in esse non si sono mai verificati incidenti con conseguenze sanitarie sui lavoratori e sulla popolazione. Come si legge nel volume di Ugo Spezia “Chernobyl, venti anni dopo il disastro”, l’incidente di Chernobyl si è verificato a causa della insicurezza intrinseca di quel tipo di reattore (realizzato solo nell’ex-URSS) e del comportamento criminale dei responsabili dell’impianto, che hanno subìto per questo dure condanne penali.
Un incidente analogo era avvenuto nel 1976 presso la centrale nucleare USA di Three Mile Island (Pennsylvania), dove si verificò la fusione del 60% del reattore. Ma in quel caso la presenza dell’edificio di contenimento (che a Chernobyl non c’era) ha consentito di contenere le conseguenze dell’incidente all’interno dell’impianto, senza alcuna conseguenza sanitaria. E da allora ad oggi la sicurezza degli impianti nucleari è sicuramente aumentata.

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