giovedì 7 gennaio 2010

INCIDENTI NUCLEARI

Ricevo e pubblico questo interessante quesito:
"Rispetto agli anni '80 la sicurezza degli impianti è sicuramente aumentata. Eppure di recente si sono verificati a numerosi incidenti anche nelle centrali occidentali: nel luglio 2007 alla centrale giapponese di Kashiwazaki, nel giugno 2008 alla centrale slovena di Krsko e a quella giapponese di Fukushima, nel luglio 2008 a Tricastin (due incidenti) e a Romans sur Isère in Francia."

4 commenti:

  1. Il 16 luglio 2007 dalla centrale giapponese di Kashiwazaki è uscita acqua altamente radioattiva che si è riversata in mare. Come si fa a dire che non è stato un incidente?

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  2. A Kashiwazaki si è verificato un terremoto di magnitudo 7 della scala Richter, simile a quello che ha semidistrutto l’Aquila. Ma i reattori nucleari della centrale si sono spenti regolarmente (come dovevano fare) in condizioni di sicurezza. Le oscillazioni indotte dal sisma hanno determinato la fuoriuscita e il riversamento in mare di 1,2 metri cubi (il contenuto di una vasca da bagno) di acqua da una piscina di raffreddamento del combustibile. L’acqua versata aveva un contenuto di radioattività pari a 50 bequerel/litro, ed era quindi meno radioattiva di una normale acqua minerale (che può contenere fino a 65 mila bequerel/litro). Non ci possono essere conseguenze di tipo radiologico, a meno che non si ritenga che il rovesciamento di un camion che trasporta bottiglie di acqua minerale sia un incidente nucleare. E infatti l’ “incidente” è stato classificato al livello zero della scala INES, ovvero “deviazione dal normale funzionamento dell’impianto senza conseguenze rilevanti ai fini della sicurezza”.

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  3. L’incidente che si è verificato nel giugno 2008 alla centrale di Krsko in Slovenia ha fatto scattare l’allarme in tutta Europa. Si è trattato di isteria collettiva?

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  4. Nell’occasione che hai citato il sistema di controllo ha evidenziato una piccola perdita (comunque interna all’edificio di contenimento) di acqua debolmente contaminata proveniente dal circuito primario del reattore. Il responsabile ha fermato subito l’impianto e ha inoltrato le comunicazioni obbligatorie previste in caso di malfunzionamento. Le comunicazioni sono state inviate da un lato all’IAEA (che ha capito di cosa si trattava e ha archiviato l’avviso) e dall’altro al sistema ECURIE (European Community Urgent Radiological Information Exchange), organismo dell’Unione Europea incaricato di ricevere e ritrasmettere ai 27 paesi membri le informazioni su eventuali incidenti nucleari. Purtroppo il responsabile di ECURIE non ha capito di cosa si trattava e ha diramato un allarme nucleare. Ma anche questo evento è stato è classificato al livello zero della scala INES. Non c’è stata alcuna fuoriuscita di radioattività e la piccola perdita è stata riparata in 48 ore.

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