lunedì 14 dicembre 2009

Referendum nucleare in Italia

In relazione al commento precedende approfondirei l'argomento referendum ricordando che nell’87 non si chiese agli italiani di dire sì o no al nucleare, ma di abrogare alcune norme di legge finalizzate ad agevolare la costruzione di impianti nucleari e a carbone in Italia e a consentire alla costruzione e alla gestione di impianti nucleari all’estero. Il risultato del referendum non impediva di tenere in funzione gli impianti esistenti e di costruire nuovi impianti. L’interpretazione dei referendum in senso antinucleare fu una forzatura di carattere politico assunta in contrasto con i trattati internazionali sottoscritti dall’Italia; in particolare il Trattato Euratom, che impegna tuttora l’Italia, assieme ai paesi europei, a sviluppare l’energia nucleare. In secondo luogo perché l’assetto tecnico-economico del sistema elettrico italiano non può essere deciso dalla popolazione, ma dalle istituzioni preposte a farlo. In terzo luogo perché la Costituzione italiana non prevede il referendum consultivo, ma solo quello abrogativo.

1 commento:

  1. Credo che il compito di ristabilire un clima di “consenso informato” spetti alle istituzioni. Occorre che il ministero dello sviluppo economico, con l’aiuto degli enti governativi competenti in fatto di energia e di ambiente (l’ENEA in primo luogo) spieghino alla pubblica opinione italiana che l’energia elettrica non si produce con le parole, che servono impianti efficienti e in grado di funzionare in modo sicuro ed economico, che il nucleare è una delle principali fonti di produzione elettrica accessibili ai paesi industriali e che può concorrere, insieme alle fonti rinnovabili, a soddisfare il fabbisogno elettrico dell’Italia riducendo la produzione di gas-serra. Personalmente ritengo che senza una campagna di informazione preventiva e capillare (del resto, lo prevede anche la legge 99/2009 recentemente approvata dal Parlamento) sarà difficile realizzare nuove centrali nucleari in Italia; per chi, come me, è convinto che l’energia nucleare serva, c’è da sperare che questa campagna di informazione sia avviata al più presto.

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