mercoledì 9 dicembre 2009

Energia nucleare nel mondo

Gli oppositori del nucleare sostengono che la tecnologia nucleare (reattori di terza generazione) è obsoleta, che la produzione nucleare è stata praticamente abbandonata o è in via di abbandono nei paesi occidentali (nei quali dalla fine degli anni Ottanta non si costruiscono più nuovi reattori) e che sopravvive solo in Francia e in Asia (per ragioni diverse). I favorevoli sostengono che tutto ciò non è vero. Cosa ne pensate?

3 commenti:

  1. La tesi degli oppositori è sbagliata. È vero che nei paesi occidentali (Nord America, Europa) c’è stato un forte rallentamento nella costruzione di nuove centrali nucleari. Ma le ragioni sono diverse. In primo luogo i reattori europei sono stati realizzati nell’ambito di piani di sviluppo originati dagli shock petroliferi degli anni Settanta. Ciascun paese decise allora di adottare una componente nucleare per ridurre la dipendenza del proprio sistema elettrico dal petrolio. I piani di costruzione furono completati negli anni Settanta e Ottanta. Negli anni Novanta, raggiunto il mix produttivo ricordato nel commento n. 1, la maggior parte dei paesi non ha ritenuto necessario realizzare nuove centrali nucleari, anche a fronte di un prezzo del petrolio e del gas che si è mantenuto basso (20 dollari al barile) per tutti gli anni Novanta. Nei primi anni Duemila il prezzo del petrolio è passato prima a 30 dollari al barile e poi ha continuato a crescere, fino a sfiorare i 150 dollari al barile nel 2008. Di fronte a questa situazione molti paesi europei hanno rivisto i loro programmi e oggi in Europa ci sono 17 nuovi reattori in costruzione (in Francia, Finlandia, Russia, Bulgaria, Slovacchia e Ucraina).

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  2. Ricevo e pubblico questo interessante commento: "Sono d’accordo con il commento precedente, ma la stasi nella costruzione di nuovi impianti in occidente ha anche ragioni legate al forte aumento dell’efficienza dei reattori in funzione. Effettivamente, dal 1990 al 2006 la potenza nucleare installata nel mondo è aumentata poco (solo del 13,5%, da 326 a 370 GWe). Ma la quantità di energia elettrica prodotta dagli impianti nucleari è aumentata del 40%. Quindi, è come se il parco elettronucleare installato fosse aumentato del 40%. Questo aumento è dovuto solo per il 7% alla realizzazione di nuovi impianti, mentre è dovuto per il 36% dall’aumento della potenza degli impianti esistenti e per il 57% all’aumento dell’efficienza degli impianti in esercizio. Un parametro che misura l’efficienza operativa degli impianti elettronucleari è il “fattore di carico” ovvero il rapporto tra le ore di funzionamento dell’impianto a piena potenza in un determinato anno e le ore che ci sono in un anno (8.760). Secondo i dati dell’IAEA, nel 1970 i reattori in funzione nel mondo operavano con un fattore di carico medio pari al 53%, mentre nel 2007 questo parametro ha raggiunto l’85%, con punte del 95-100% negli USA. Un altro parametro che misura l’efficienza è il numero di kWh prodotti con una stessa quantità di combustibile. Questo parametro è passato da 500 kWh/grammo nel 1970 a 1.000 kWh/grammo nel 2006."

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  3. Ricevo e pubblico
    "Sostenere che gli impianti della terza generazione avanzata (tipo EPR o AP1000 per capirci) sono obsoleti perché adottano un reattore (il reattore PWR) il cui primo esemplare risale agli anni Sessanta è come dire che una Ferrari di oggi è obsoleta perché il motore a scoppio è stato sviluppato nell’Ottocento! Come si fa a sostenere che impianti certificati nella prima metà degli anni Duemila e i cui primi esemplari sono in costruzione dal 2005 sono “obsoleti”? E che bisogna aspettare reattori che oggi non sono neppure sulla carta e i cui primi prototipi saranno disponibili dopo il 2030?"

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