giovedì 11 febbraio 2010

RAGIONI E REGIONI

Nucleare sì, ma non in casa mia. Nei Paesi anglosassoni questo atteggiamento lo chiamano NYMBY, un acronimo per "Not In My Back Yard", "non nel mio cortile".

All'indomani dell'approvazione del decreto per l'individuazione dei siti per la costruzione degli impianti, nessuno si dice disposto ad accogliere in casa una centrale nucleare. Nemmeno chi, per convinzione o fedeltà politica, è favorevole al ritorno dell’atomo. Come il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali Zaia, candidato presidente in Veneto, e il presidente ricandidato lombardo Formigoni.

Zaia e Formigoni non sono soli nel nutrito elenco di coloro che, in prossimità delle elezioni regionali, fanno proprie posizioni anti-nucleariste. Come Rocco Palese, il candidato del centro-destra in Puglia, che va a far compagnia a Vendola.

Da un'indagine di Legambiente, alla domanda sulla “una centrale nella mia Regione sì o no?” rivolta ai candidati alle prossime elezioni regionali, hanno già risposto negativamente ben 23 candidati di tutti gli schieramenti politici, dalla Lega al Pd, passando per l’Udc e il Pdl. Nove candidati ancora non si esprimono e solo sei dicono chiaramente di appoggiare l’opzione atomica, anche se fra questi si annovera il sì del presidente Formigoni d’accordo a costruire centrali ma non nella sua Regione.

Il fervore antinuclearista dei candidati, indipendentemente dal loro orientamento politico, avrà comunque vita breve: alla chiusura delle urne torneranno a manifestare tranquillamente i loro orientamenti, che terranno conto, stavolta, dei finanziamenti previsti a favore delle realtà locali, più che di un dissenso tutto da dimostrare.

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